L'IMPERATORE E LO ZEN

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 Secondo la tradizione fu il monaco indiano Bodhidharma a portare in Cina nel quinto secolo d.C. il Buddhismo e il brevetto dello sgabello impagliato. Nel Celestre Impero, mescolandosi con il Taoismo e con altre tradizioni, il buddhismo avrebbe dato origine allo Zen e le sedie impagliate si sarebbero poi evolute in quelle belle sedione coloniali di rattan coi grandi schienali bianchi che si vedono sempre nei film di avventure.

Uno sgabello dopo l'altro la fama di Bodhidharma si diffuse in Cina. Un giorno l'imperatore Wu, attratto dal Buddhismo e dalla comodità del rattan, lo mandò a chiamare e gli domandò: «Ho fatto costruire templi, ho fatto tradurre le sacre scritture, ho sovvenzionato i monaci: quali meriti ho ottenuto?»

«Che razza di domanda! Mi hai chiamato fin qui per queste sciocchezze? Non mi dire che mi ha fatto portare fin qui i campioni degli sgabelli per nulla! Non ho la più pallida idea sui tuoi meriti. E comunque per come la penso tu non solo mi irriti, ma mi irritano anche tutte le cose che hai fatto e che fai» gli rispose il Bodhidharma riponendo i contratti che aveva già estratto dalla sua sacca.

«Perché mai?» replicò contrariato l'imperatore, che riteneva di aver ormai acquisito un buon posto in cielo e meditava di reincarnarsi in un bell'animale grosso che schiacciasse quelli piccoli e facesse grandi cacatone in mezzo alla savana.

«In tutto ciò che fai non c'è nessun merito religioso. E i suoi baffi sono orrendi», continuò Bodhidharma facendo con le dita il segno di grossi baffi sotto il naso.

«In che cosa consiste, allora, il merito religioso?» chiese l'imperatore.

«Ma come fa a mangiare delle zuppe con quei baffi?» rispose Bodhidharma alzando il tono di voce.

L'imperatore non capiva. « Se dunque mi taglio i baffi raggiungerò l'illuminazione? Qual é il principio di questa sacra dottrina?» domandò ancora.

«Diamine no! Qui non stiamo parlando di dottrina. Stiamo parlando di baffi esageratamente lunghi. Il che è molto più importante nello zen, caro signore! » gridò orgoglioso Bodhidharma.

Sempre più perplesso, Wu chiese: «Ma chi è che mi parla così?»

«Chi ha parlato? Chi è lei? Che ci faccio qui?» disse Bodhidharma.

E dopo queste parole il Bhudda fu buttato fuori dal palazzo e il suo cappello lo seguì in volo.